Farinetti: nel cibo italiano la qualità è anche lentezza
Oscar Farinetti domenica 11 agosto, in una lettera al direttore di Repubblica, fa un “elogio della lentezza” del Made in Italy del cibo in replica a un articolo di Federico Fubini a proposito di un’azienda del padovano capace di portare un milione di uova “dal culo della gallina al supermarket”. Farinetti dice di non essere sicuro che “far coincidere il concetto di qualità con quello della velocità porti a un buon futuro per l’umanità”. Farinetti elogia la bellezza del made in Italy del cibo e osserva che “si stanno moltiplicando in Italia piccole realtà artigianali che esportano sempre di più cibi di altissima qualità prodotti lentamente e nel rispetto dei cittadini con prezzi di cessione all’estero remunerativi, tanto da premiare tutti gli attori della filiera”.
Ma Farinetti ci racconta anche un altro aspetto delle eccellenze del made in Italy nella produzione alimentare: quello delle grandi aziende che puntano sempre di più sulla qualità del prodotto e sulla gratificazione dei lavoratori, dai contadini agli operai. E cita casi concreti. Quello della Barilla, per esempio, che arriva ad utilizzare il 75 per cento del grano di qualità, malgrado la nostra storica scarsa capacità produttiva. O quello della Ferrero, che utilizza latte italiano di qualità e progetti lenti nella trasformazione.
“Esiste dunque un Made in Italy – osserva Farinetti – più lento, ma altrettanto valido e in linea con la necessità di un futuro che rimetta al centro il lavoro dell’uomo. L’ agroalimentare italiano può farsi carico di diventare la bandiera mondiale di questa visione che potrebbe apparire antica, ma che invece secondo me è incredibilmente moderna”.
La conclusione di Farinetti è chiara. E’ un invito e un appello: “Qui bisogna lavorare sull’immagine e sulla riconoscibilità del Made in Italy alimentare nel mondo. In questo senso le istituzioni ci possono e ci debbono aiutare. In fretta, per piacere. Qui la velocità servirebbe”.
(p.i.)
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