Il 2016 si chiude con buone notizie per cultura e ambiente
Il 2016, pur contrassegnato da molti elementi negativi, si chiude con alcune buoni dati per la cultura e per l’ambiente e in definitiva per la valorizzazione e la salvaguardia della bellezza di questo paese. Due su tutti: l’approvazione dal Parlamento dell’emendo #salvasuolo nella legge di stabilità e la forte crescita delle presenze nei musei e nei luoghi d’arte italiani. Presenze in crescita anche da parte degli italiani che sembrano riscoprire la ricchezza del loro patrimonio comune, come ha sottolineato – proprio oggi – nella sua rubrica “Sarò Franco” il conduttore di Uno Mattina, Franco di Mare.
Già a luglio, alla conferenza generale Icom, il consiglio internazionale dei musei, che ha riunito a Milano oltre 3mila professionisti del settore provenienti da 130 Paesi sul tema “Musei e paesaggi culturali” il Ministro per i #beni culturali Dario Franceschini aveva riferito che in Italia, nel primo quadrimestre del 2016, rispetto a un quadrimestre già in crescita nel 2015, si registrava un aumento di un milione di visitatori e del 16% di incasso nei musei statali. E che si trattava soprattutto di cittadini italiani.
Fra i siti maggiormente visitati, il #Colosseo (+6%) gli scavi di Pompei (+12%), la Reggia di Caserta (+16%) Castel Sant’Angelo (+2,5%) quasi tutti i principali musei vantano una crescita. Persino gli Uffizi, che a dispetto del numero chiuso nel 2015 hanno accolto quasi 36 mila visitatori in più (+2%) rispetto all’anno precedente.
Ma andiamo per ordine, ricordando che mercoledì 7 dicembre è stata approvata la legge di Bilancio e con essa l’emendamento #salvailsuolo, proposto e sostenuto da parlamentari di vari schieramenti e dal FAI, il Fondo ambiente italiano. Con questo emendamento si cancella definitivamente il comma 8 dell’articolo 2 della legge del 24 dicembre del 2007 che permetteva ai Comuni l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione anche per la copertura della loro spesa corrente.
Una consuetudine – fa notare il #FAI in una nota – che per anni ha favorito la cementificazione dei suoli agricoli e delle aree verdi per risollevare le casse, sempre più deficitarie dei nostri Comuni, generando però una spirale affatto virtuosa nei loro bilanci: un po’ di cassa per l’immediato ma un debito per il futuro e la drammatica crescita del consumo di suolo.
L’entrata in vigore posticipata al 2018 rende l’idea di quanto innovativa e radicale sia questa svolta, una passaggio faticoso sempre abortito negli anni passati. Nel 2017 tuttavia già ci sarà un contenimento, insieme all’indirizzo dell’uso degli oneri per la riqualificazione, la cura e la messa in sicurezza dei territori, e dal 2018 finalmente si affermerà il cambiamento.
In attesa di una legge dedicata esplicitamente alla tutela della risorsa suolo – ancora arenata in commissione al Senato – questo passaggio segna una svolta culturale verso la tutela, il recupero e la messa in sicurezza dei territori e l’abbandono del loro sfruttamento: non più il consumo ma la cura di una risorsa tanto preziosa e vitale. Un cambiamento che il FAI si impegna a diffondere e sostenere.
Un’attenzione verso la tutela del suolo che – fa notare ancora il FAI – valica i confini nazionali: è stata, infatti, approvata martedì 20 dicembre dalla Commissione Ambiente della Camera la risoluzione “Salva il suolo” con cui si impegna il Governo a farsi promotore nelle sedi internazionali, e in primo luogo a livello di Unione Europea, dell’adozione di strumenti giuridicamente vincolanti per la tutela dei suoli. La risoluzione si richiama esplicitamente alla petizione popolare europea #People4Soil, sostenuta da oltre 400 organizzazioni tra le quali il FAI, volta a raccogliere un milione di firme a sostegno della proposta di una direttiva comunitaria per la tutela del suolo.
c.p.
(Nella foto in alto: il Giardino inglese della Reggia di Caserta, un bene che ha registrato un aumento di presenze del 16% nel 2016; al centro il tempio della #Mater Matuta a #Satricum, oggi Borgo Montello- Latina).
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