Il Tuscolo: la bellezza del territorio e della cultura
Territori e scorci di paesaggi che fanno venire in mente le vedute di pittori famosi come Annibale Carracci, Claude Lorrain o Poussin. Una similitudine calzante e convincente alla quale Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, si è richiamato, nella prefazione del libro “Il Tuscolo” di Franco Portelli (Gangemi Editore), per descrivere l’essenza della bellezza di Tuscolo, l’antichissima città pre-romana e medievale posta sui Colli Albani nell’area dei Castelli Romani.
Un luogo affascinante a 30 chilometri da Roma, che accoglie e custodisce la bellezza di un paesaggio, apparentemente incontaminato, e la bellezza del mito riposta nei resti archeologici della città di Telegono, il fondatore. “Un libro fotografico, chiaro”, lo ha definito Paolucci intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del volume, “che fa scoprire come in questo luogo abitino leggenda e seduzione, familiarità, storia e cultura”.
Un libro alla cui stesura hanno dato validi contributi scientifici diversi esperti del settore, tra cui Valeria Beolchini, che ha sottolineato come nel libro siano ben coniugati testo ed immagini, che più che rappresentare, interpretano profondamente l’antico territorio e i reperti che le campagne di scavo condotte dalla Scuola Spagnola hanno portato alla luce. Ora, il progetto, è ritrovare gli antichi tuscolani con la loro vita, le loro abitudini, le loro tradizioni.
A fronte di tanta bellezza paesaggistica e culturale, abbiamo chiesto ad Antonio Paolucci, da anni custode di una delle più grandi opere del genio umano, la Cappella Sistina, che cos’è per lui la bellezza.
“E’ una questione di esperienza: quando senti che il sangue scorre più veloce nelle vene, quando ti senti più leggero, quando senti di essere creato al destino, di avere occhi per guardare, un cuore per emozionarsi, un cervello per ricordare. Vuol dire che hai incontrato la bellezza”.
Rita Lena
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