Luoghi di culto nati dai popoli del mare
L’Italia, penisola per eccellenza, possiede, non per assurdo, numerosissimi santuari nati proprio dalla devozione del popolo del mare. A Vicenza, qualche settimana fa, si è tenuto un convegno nazionale sull’argomento in cui dei relatori hanno raccontato la storia di quei santuari sorti fra tarda antichità e medioevo sul mare o nel suo immediato retroterra, con particolare riferimento al nostro Paese. Sono posti in cui le coste hanno visto l’arrivo d’icone o altri manufattidi santio della Vergine, che hanno fatto in modo che sorgessero veri e propri luoghi di culto cui i naviganti si raccomandavano.
Ne è un esempio la Basilica di San Marco aVenezia, la cui storia risale all’anno 828, quando le reliquie del Santo vennero portate nella città marina. Oltre a rappresentare un potente aggregatore sociale e ad attirare numerosi pellegrini, le reliquie furono particolarmente accettate a Venezia, in quanto fu proprio San Marco aevangelizzare le genti del luogo, divenendone poi Patrono ed emblema sotto forma di leone alato, armato di spadae munito di un libro sul quale, in tempo di pace, si può leggere la frase Pax Tibi Marce Evangelista Meus (Pace a Te oh Marco Mio Evangelista); il libro viene minacciosamente chiuso quandola spada, anziché proteggere il bene dal male, si sporca di sangue guerriero. Scendendo verso il sud della nostra terra, a Paola, in provincia di Cosenza, troviamo il Santo protettore della gente di mare d’Italia, alla cui figura sono associati numerosi miracoli legati alla vita marina.
«I naviganti da sempre sono devoti asan Francescodi Paola – dice padre Rocco Benvenuto, rettore del santuario – il legame di questo santo col mare trova la sua sintesi nel miracolo del passaggio dello Strettidi Messinacon il mantello usato come barca. Con questa “navigazione”san Francescoè apparso ai marinai come uno di loro, un uomo di mare, che ne vive difficoltà e pericoli, ma non si arrende, e procede coraggioso verso l’approdo desiderato. Per questo vi si affidano». Sono storiedi santie di marinai, di partenze e ritorni, di devozione, preghiera e speranza racchiusi in piccoli o grandi luoghi di culto, diventati vere e proprie “stelle polari” dei naviganti.
Clara Cosenza
Lascia un commento