Piazza di Siena, successo che a qualcuno non piace
Senza fondamento le polemiche degli ambientalisti. Villa Borghese certamente non soffre nell’ospitare cavalli e spettatori
Il concorso ippico internazionale di Piazza di Siena, a Roma, ha compiuto ottanta anni, portati – ammettiamolo – con levità giovanile. Ogni edizione, nella splendida cornice del più bell’angolo di Villa Borghese, attira uno scelto pubblico sul posto e milioni di spettatori davanti ai teleschermi di tutto il mondo. Una bella pubblicità per l’Italia, un polo attrattivo per il turismo, l’industria più importante del Bel Paese. Eppure, c’è gente a cui tutto questo non va bene. Certe persone, certe organizzazioni, non dormono la notte per inventarsi motivi di protesta, di lamentela, anche quando non sono giustificati.
I cavalli del concorso? Soffrono a dover gareggiare “per forza, non per scelta”. Sì, lo ammettiamo: nessuno ha chiesto ai quadrupedi di firmare la liberatoria per partecipare al concorso. Ma siete sicuri che soffrano a correre e a saltare? O non sono queste le attività che prediligono anche quando sono allo stato brado? Al Palio di Siena, è vero, gli animali forse rischiano troppo e non guasterebbero regole che rendessero meno cruenta la gara. Ma a Villa Borghese gravi incidenti agli animali non ne sono mai stati registrati.
A soffrire sarebbero invece, secondo altri ambientalisti, gli alberi e il terreno della zona. Qui hanno piantato un chiodo, là hanno inquinato l’erba con deiezioni innominabili. Parlano di “forti criticità di impatto ambientale” come se a Piazza di Siena stazionassero carri armati invece di purosangue. A starli a sentire, dopo ottanta edizioni la zona dovrebbe essere ridotta a una specie di deserto, uno spiazzo brullo e senza vita. Invece tutti possono constatare che Piazza di Siena è ancora quella di sempre, una magnifica finestra nella natura di un parco che il mondo ci invidia. Ah, dimenticavamo: quest’anno ha vintola Germania. Sarà contenta la Merkel.
(Arrigo d’Armiento)
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