Pitti Uomo 2014, Unicredit sostiene il Made in Italy
Con i suoi 59.000 metri quadrati di superficie espositiva riapre nella sua 85° edizione il Pitti Immagine Uomo, salone di riferimento internazionale per le nuove tendenze moda. Dal 7 al 10 gennaio 2014 a Firenze sono più di 1.000 i marchi uomo che espongono in questa edizione, di cui il 38% circa provenienti dall’estero; i visitatori e i buyer sono attesi da tutto il mondo, e i principali mercati esteri di riferimento sono il Giappone, la Germania, la Gran Bretagna, la Turchia, la Cina, la Spagna, la Russia, gli Stati Uniti, Hong Kong.
La Fortezza Da Basso diventa palcoscenico di questo importantissimo evento per la promozione e la valorizzazione delle eccellenze della moda: dal made in Italy ai designer internazionali più famosi fino al supporto ai giovani talenti, che si traducono in sfilate, eventi, presentazioni, performance e intrattenimento. Nell’Arena Strozzi con la sezione “Pitti W” vengono presentate anche capsule, anteprime e proposte speciali (73 in tutto) di Collezioni Donna Autunno/Inverno 2014-2015.
E in virtù del fatto che il settore moda influisce enormemente sull’economia italiana, quest’anno il Centro di Firenze per la Moda Italiana ha firmato un accordo con UniCredit, che comporterà un sostegno agli investimenti delle PMI della moda prodotta in Italia con alto potenziale di crescita dell’export. Si chiama “UniCredit International per la Moda” il progetto presentato dall’amministratore delegato di UniCredit Federico Ghizzone e dal Presidente del Centro di Firenze per la Moda Stefano Ricci nel corso della conferenza stampa di presentazione del Pitti. L’obiettivo è da un lato favorire il Made in Italy, ovvero le aziende che vogliono produrre al 100% in Italia, dall’altro le piccole medie imprese che vogliono raggiungere i mercati esteri, offrendo loro supporto logistico-distributivo, finanziando la partecipazione a fiere commerciali e trading, supporto alla ricerca di controparti nei paesi di maggiore interesse.
Si tratta certamente di un messaggio molto positivo per questo importante segmento dell’occupazione in Italia: essendo infatti forte la domanda di Made in Italy all’estero, ciò su cui si dovrebbe puntare è la produzione, al fine di aumentare il flusso di esportazioni e dei posti di lavoro legati al settore moda.
Laura Rubboli
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